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Marc Quinn

Marc Quinn ha iniziato la propria carriera esplorando alcuni temi privilegiati, quali il rapporto tra arte e scienza, il corpo umano e i suoi meccanismi di sopravvivenza, la vita e la sua conservazione, la bellezza e la morte.
Il lavoro concettuale di Quinn si realizza attraverso scultura, pittura e installazioni. Il forte interesse dell’artista per la capacità di metamorfosi sia della natura che della vita umana lo guida verso un’attrazione per la spiritualità innata dell’uomo. Quinn mette in discussione i codici della natura attraverso l’utilizzo di materiali che non accettano compromessi, quali: ghiaccio, sangue, marmo, vetro e piombo. Attraverso l’utilizzo di tali materiali le opere di Quinn esplorano vita, morte, sessualità e religione in modo poetico e allo stesso tempo provocatorio. Quinn trasforma l’atto del semplice osservare, forzando lo spettatore a mettere in discussione quanto lo circonda, spingendolo verso l’ignoto, per favorire la riscoperta.
Dal 2006, Marc Quinn ha fatto numerosi studi sulla modella Kate Moss. Nell'aprile del 2006 è stata esposta una scultura di lei denominata Sphinx.[9] La scultura mostra Moss in una posizione yoga con le anche e le braccia raccolte dietro le orecchie. Questo corpo di opere è culminato in una esposizione alla Mary Boone Galleri di New York nel maggio 2007. La scultura è in mostra permanente al Folketeateret di Oslo.
Nell'agosto del 2008, Quinn ha svelato un'altra scultura di Kate Moss, questa volta in oro 18 carati, intitolata Siren, che è stata esibita al British Museum di Londra. La scultura a grandezza naturale è stata pubblicizzata come la più grande scultura d'oro dai tempi dell'antico egitto.

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